In questo periodo, tra le priorità della nostra associazione vi è il perseguimento delle misure operative per le attività del volontariato di protezione civile nell’ambito dell’emergenza COVID-19.
Nonostante i numerosi servizi che quotidianamente ci vedono impegnati su diversi fronti (COC, front office, assistenza domiciliare, spesa con il cuore, assistenza agli scali, etc.) nella fase 2 dell’emergenza diventa prioritario pensare anche alle modalità da adottare per la ripresa delle normali attività associative.
Come guardare alla ripartenza dopo una pausa forzata?
Se vogliamo guardare con ottimismo al nostro futuro, una vera e propria strategia di recupero dobbiamo prevederla, specialmente alla luce della crisi che stiamo affrontando.
Innanzitutto, dobbiamo fare una considerazione di carattere generale: un volontario di protezione civile si distingue da un qualsiasi altro volontario del terzo settore semplicemente per il fatto che sia un volontario formato ed addestrato ad affrontare situazioni anche emergenziali.
Non c’è dubbio che l’emergenza COVID-19 ci stia lasciando poco spazio di movimento, ritrovandoci noi stessi sommersi dalle richieste di aiuto da parte del territorio, tuttavia come non pensare all’importanza essenziale di ricominciare la formazione?
E’ per questo che non dobbiamo avere timore di trovare nuove soluzioni e di adattarci a nuovi cambiamenti. Ciò che si deve mettere in discussione non è l’idea che non si possa fare più formazione ma come prepararci a cogliere l’esperienza covid per affrontare con più saggezza i giorni che verranno.
Concentrarsi sulle nuove tecnologie è una strategia promettente.
Negli ultimi due mesi la nostra associazione ha utilizzato vari strumenti di comunicazione digitale per la programmazione delle attività di volontariato legate all’emergenza coronavirus e per la discussione di tematiche inerenti la vita associativa.
E’ facile pensare di potere mantenere questo tipo di approccio strategico anche in futuro. Ciò non significa che dobbiamo abbandonare le attività più concrete, reali e “virili” che tanto si addicono al mondo del volontariato di protezione civile, ma non possiamo permetterci che siano le sole esclusive. I corsi FAD promossi da Anpas in questo periodo di emergenza ne sono un chiaro esempio.
Un’ultima cosa va sottolineata. Sebbene sia più facile pensare che ci si possa fermare aspettando tempi migliori, l’emergenza covid ci insegna quanto una crisi possa arrivare inaspettata. Non c’è tempo da perdere. La reputazione della nostra associazione è costruita sulla giusta comunicazione e sui sani comportamenti. E’ per questo che non possiamo permetterci di trascurare la formazione, non possiamo permetterci di trascurare i volontari. Ne va della nostra credibilità.
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