Le misure di safety nelle pubbliche manifestazioni ed il nuovo ruolo del “volontario di prossimità”
Tutti gli organizzatori di manifestazioni pubbliche possono avvalersi di operatori regolarmente iscritti ad associazioni di protezione civile riconosciute da destinarsi a mansioni di assistenza all’esodo, di instradamento e monitoraggio dell’evento e di lotta all’incendio.
30 novembre 2018
Con riferimento alle pubbliche manifestazioni sottoposte a regime autorizzatorio, tutti gli organizzatori possono avvalersi di operatori regolarmente iscritti ad associazioni di protezione civile riconosciute da destinarsi a mansioni di assistenza all’esodo, di instradamento e monitoraggio dell’evento e di lotta all’incendio.
Tuttavia, sarebbe del tutto sbagliato da parte di chi fa volontariato di protezione civile, vantarsi di avere un ruolo essenziale e concludere che basti la sola presenza dei volontari per ritenere efficaci tutti i dispositivi di security, nonché quelli di safety, di eventi o manifestazioni pubbliche.
Un esempio su tutti è dato dalle manifestazioni sportive nei luoghi all’aperto.
Pensiamo per un momento alla “Maratona di Palermo”, la manifestazione sportiva più grande in assoluto dell’Italia meridionale.
Ora, la sola idea che possano bastare un centinaio di volontari di protezione civile lungo un percorso di 42,195 km per renderla un successo da ben 24 anni, non solo denota pochezza di ingegno, ma paradossalmente non rende neanche il giusto merito ai volontari, perché non si è più bravi quando si è “i soli”, ma semplicemente quando si riesce a collaborare con tutte le altre forze in campo, in un’ottica di rete.
Oggi e sempre più domani, il volontario si deve adattare all’evoluzione dei bisogni del territorio, avendo un ruolo assolutamente determinante solo se concretamente immerso nel contesto in cui opera.
L’unico modo in cui si possa immaginare un volontario di protezione civile intento ad espletare il proprio ruolo nelle manifestazioni pubbliche o in qualsiasi altro posto, è solamente come “volontario di prossimità”.
Non ci può essere un volontariato per gli altri se non si è “vicini” agli altri e cioè prossimi. Ciò ha una conseguenza importante: l’obbligatorietà della cooperazione con i diversi enti presenti sul territorio e in special modo con le polizie locali e municipali.
Bisogna accettare l’idea che le nostre attività possano essere indispensabili ma non esclusive per gli altri.
Per questo abbiamo bisogno di tutti, abbiamo bisogno della gente, abbiamo bisogno delle altre forze dell’ordine, abbiamo bisogno di creare una rete sinergica dai comuni intenti.